mercoledì 13 gennaio 2010

politica e religione attorno allo ים התיכון

Dopo essere vissuto in due Paesi mediterranei mi sono fatto la seguente idea. All'uomo mediterraneo medio di epoca post moderna importa poco o nulla dell'esistenza di Dio - e non dedica molto del suo tempo privato a parlarci, cioe' a pregare. E importa ancora meno delle complicazioni morali, perche' non permette mai che la religione entri nella sua camera da letto - dopo secoli in cui non la ha avuta, ora se la vuole godere, questa roba chiamata privacy. Se ha dei principi morali, quelli non c'entrano un granche' con la religione, al limite sono una questione di appartenenza politica o etnica. La famiglia viene sempre prima.
Ma nello spazio pubblico, nei riti di passaggio - la religione conta. Ecco un breve ritratto della popolazione mediterranea. Donne cattoliche che, grazie a Dio, perdono la verginita' a sedici anni - o magari prima. E poi si sposano con l'abito bianco - tardi, perche' ci va tempo per mettere da parte i soldi per la cerimonia, e se non c'e' il prete che cerimonia e'?. Ebrei che la settimana dopo il bar mitzwa ricominciano a mangiare hazir, e lasciano i tefillin in naftalina fino a che non avranno un figlio a cui li faranno indossare nel giorno del (solenne e importante e costoso) bar mitzwa, o shachrit de tefillin, come diciamo noi. E grazie a Dio ci sono anche islamici (e sono la maggioranza) che sbevazzano a casa loro e quando vanno in moschea ci arrivano all'ultimo momento, prestano poca attenzione al predicatore che gli dice di non bere, tornano a casa con gli amici e si fanno una birra. Ma alla chiusura del Ramadam son tutti li'.
Le religioni questa faccenda della cultura mediterranea postmoderna la hanno capita benissimo, cosi' rabbini, imam e preti si fanno pagare adeguatamente per sorvegliare quello spazio pubblico e rilasciare la autorizzazione secondo cui tutto e' stato fatto in regola. All'interno di ogni religione infatti e' tutta una battaglia a chi fa le cose in maniera piu' corretta e aderente alle regole e in questa battaglia ha la sua importanza anche la quantita' di gonz... cioe' di fedeli alla ricerca di abiti nuziali adeguatamente bianchi, Ramadam convenientemente solenni, e bar mitzwa piu' rigorosamente kasher, che il singolo prete, imam, o rabbino riesce a accalappiare.
Qualcuno dei predetti accalappiati si comporta di conseguenza anche in cabina elettorale. Qualcun altro no, dipende. Per quel che vedo le donne, cui una volta spettava lo spazio privato, vivono questa situazione in maniera diversa da noi uomini, cui una volta spettava lo spazio pubblico. Per quel che vedo, in Italia come in Israele, ci sono uomini che hanno votato DC o Shas, e poi si sono rotti gli zebedei, e passato un po' di tempo sono magari tornati a votare per lo stesso partito confessionale. Le donne, una volta abbandonato il partito religioso, non tornano piu' a votarlo. Quell'ordine di valori, quel progetto sociale, che le confina in casa , se lo lasciano alle spalle con piu' convinzione. E questo e' quello che davvero preoccupa i reazionari di qualsiasi clero.
(No, in UK e' diverso. Qui la gente pregava quando l'esercito era in guerra, e l'esercito per solito vinceva quelle guerre, e questo qualcosa conta, ma ci devo ancora riflettere).