Oggi niente musica, vi leggete le mie riflessioni a seguito di un dibattito sul blog di quell'altro espatriato la' perche' ieri e' stata una giornata terribile.
Il sionismo e' l'unico -ismo del Novecento che ha ottenuto un risultato che ancora adesso sta in piedi. Gia' questo causa invidia e risentimento nei fedeli, o ex fedeli, di qualcuno degli altri -ismi, che si proponevano di rigenerare gli esseri umani, dal punto di vista della razza o della classe. Israele ha creato l'ebreo nuovo, non piu' chiuso nel ghetto, non piu' umiliato dalla condizione di "ospite" e non cittadino, come dovunque era.
Non solo (spero che non si offendano i lettori che hanno parenti nei kibbutz). Il sionismo che e' al governo in Israele, dal 1977 in poi, e' il sionismo nazionalista. Gente che ha messo le bombe per cacciare gli inglesi - e ci e' riuscita. E poi ha firmato accordi di pace tra i piu' duraturi di tutta la regione, e che stanno in piedi ancora. Immaginarsi l'invidia feroce che questo suscita tra i post-sessantottardi, coetanei e spesso compagni di quelli che il terrorismo lo hanno provato, senza ottenere una fava di nulla. Qualcuno di loro si sentiva persino parte di una lotta anticoloniale ed antimperialista.
Perche', quindi, nella sinistra italiana c'e' odio contro Israele? Per invidia. Perche' Israele ha un potere che loro non riescono ad avere, quello di cambiare la storia. E quindi via con la ricerca del segreto di questo potere, e voila' ecco che ti salta fuori l'immaginario antisemita covato per generazioni, piu' o meno dai tempi di Albertario e del cattolicesimo sociale antiunitario. E sbroc sbroc la lobby ebraica, l'usurocrazia, la satanica alleanza tra i protestanti e gli ebrei - questo, e non altro, erano tutte le litanie contro i neocon che ci hanno smarronato nell'era Bush, con il Project for American Century che sembrava essere l'equivalente dei Protocolli dei Savi di Sio.
Ci sono persone come Furio Colombo e Lele Fiano, che fanno un lavoro degnissimo, quando cercano di convincere la sinistra italiana, o quel che ne rimane, che l'acqua bolle a cento gradi e ghiaccia a zero gradi e che il sionismo e' un movimento di sinistra. Ottengono anche importanti risultati, vedi la faccenda del fallito boicottaggio Coop. Ma il problema non e' politico, e' psicologico.
O forse psicoanalitico. All'epoca di Berlinguer c'era chi viveva il compromesso storico come il mitico abbraccio tra le masse cattoliche e comuniste - e per solito aveva il babbo comunista e la mamma cattolica. Senza scomodare Gaber: tra gli italiani, anche qua all'estero, il cattolicesimo e' roba da donne, ci sono piu' donne che si confessano che uomini. Adesso c'e' chi sogna l'abbraccio tra l'Islam (le cui donne sono riconoscibili e inaccessibili, come la mamma) e le masse di diseredati occidentali - il proletariato, o quel che ne resta. Un connubio impossibile, perche' certo il proletariato europeo non scende in piazza per il diritto delle donne islamiche a portare il burka -e ci mancherebbe. Ma si illudono di creare una unita' in nome del comune nemico.
Il quale e', rullo di tamburi: Israele e il sionismo - nella versione caricaturale e grottesca che mette assieme terzomondisti, i perdenti della guerra fredda, i reduci dello stalinismo, e la propaganda islamista. Criminale assassino e sanguinario a prescindere, come sempre e' colui che ti sveglia dai sogni e ti riporta alla triste miseria della tua esistenza quotidiana. Ma sai che posto di sogno sarebbe il mondo, se solo si riuscisse a sconfiggerlo, questo babau cattivo ed ipocrita, che controlla i media (quel che vedi) e la finanza (quel che mangi).